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È il racconto/pensiero un continuo fluttuare tra le voluttuose onde dell'intimità della donna, sedotta da un pensiero, gratificata da un ricordo talvolta salvifico, talvolta capace di farla sprofondare. È memoria di un abbandono questo romanzo, la storia di un rapporto consumato prim'ancora che si realizzasse, veloce come la fugacità del tempo, senza lasciarle altro che la smodata e continua esigenza di narrarne tra i fogli le - articolate, complesse e talvolta così profonde da non essere comprensibili - trame. È una storia onirica senza per questo abbandonarsi all'irrealtà del sogno. È una narrazione di una fede tradita, ricercata anche in Dio, ma mai totalmente appagata dalla necessità di quiete che pure percorre il pensiero "costante" della protagonista. In questo gioco di chiaro-scuri l'autrice lascia emergere tutta la grandezza del pensiero umano e la sua ricchissima capacità di cercare spiegazioni laddove apparentemente non ne sussistono le condizioni ed anche la sua miserabile impotenza di garantirle una liberazione, come scrive Alessandro Ciasullo nella presentazione.